Generali Passionisti
Paolo Danei, che come religioso volle prendere per cognome “della Croce”, nacque il 3 gennaio 1694 a Ovada (Alessandria).
Paolo fu il primo dei 6 figli che su 15 nati sopravvissero alla mortalità infantile. Era di costituzione robusta e un’altezza di circa m. 1,70. Grazie a ciò riuscì a superare molteplici attacchi di malaria e di altre infermità, affrontare i gravi sacrifici dei moltissimi viaggi compiuti prima per le necessità della famiglia e poi per la fondazione della Congregazione e per il ministero apostolico. Raggiunse quasi 82 anni lucido di mente che per quell’epoca era un traguardo altamente significativo.
L’essere il primo di una famiglia numerosa e costretta ad emigrare in vari paesi a causa delle guerre e della miseria economica, gli fece compiere una preziosa esperienza che l’aiutò nel suo ruolo di Fondatore e di missionario.
Paolo fino al 1713 fu un buon cristiano praticante. In tale anno ebbe una crisi interiore provocata da un discorso familiare del parroco che lui chiamò “conversione”. Ebbe cioè una comprensione nuova e intima di Dio che sentì come il “suo” Dio, il “suo Sommo Bene”.
Una mattina dell’estate del 1720, tornando a casa dalla chiesa dei cappuccini dove aveva partecipato all’Eucaristia, ebbe una forte illuminazione interiore sulla volontà di Dio a suo riguardo: fondare una Congregazione dedicata a fare e promuovere la “grata memoria” dell’amore di Dio manifestato in modo particolare nella Passione di Gesù.
Paolo, compiuto un attento discernimento con il suo direttore-confessore, aprì il suo animo al vescovo, il barnabita mons. Francesco Arborio Di Gattinara (1658-1743). Il vescovo ritenne globalmente autentiche le ispirazioni avute da Paolo e perciò ne accolse la richiesta di vestirlo di un abito nero secondo la visione di quell’estate 1720. Dandogli l’abito nero, il 22 novembre 1720, il vescovo impose a Paolo un ritiro di 40 giorni per meglio conoscere la volontà di Dio. Gli ordinò di scrivere ciò che in quei giorni sarebbe passato nel suo animo e la Regola per la Congregazione che intendeva fondare.
Verso il 20 settembre 1721 si trovò a Roma ma non riuscì a vedere il Papa. Assai addolorato Paolo si recò alla basilica di S. Maria Maggiore. Nella cappella dedicata a Maria Salus populi romani emise il “voto di promuovere nel cuore de’ fedeli la divozione verso la Passione SS.ma di Gesù Cristo e d’industriarsi di adunar compagni per simile effetto”.
Invitato dal vescovo di Troia (Foggia), mons. Emilio Cavalieri (+1726), Paolo vi si recò con il fratello nell’estate del 1723. Il vescovo lesse la Regola dandogli utili consigli per migliorare l’organizzazione; gli offrì anche vari luoghi per iniziare la fondazione come istituzione diocesana.
Nell’anno santo 1725 i due fratelli chiesero di andare a Roma per lucrare l’indulgenza giubilare e cercare di ottenere l’approvazione pontificia per avviare la fondazione della Congregazione.
Mons. Cavalieri, con lettere commendatizie, facilitò a Paolo la conoscenza di varie persone della Curia romana. La conoscenza più utile fu quella di mons. Marcello Crescenzi (+ 1768), in seguito nunzio in Francia e cardinale. Questi divenne e si mantenne amico del Fondatore, lo presentò al cardinale Pier Marcellino Corradini (+ 1743) e tramite questo cardinale, Paolo poté incontrare Benedetto XIII mentre visitava la chiesa di S. Maria in Domnica, detta della Navicella, sul colle Celio.
Il Papa gli concesse a viva voce il permesso di radunare compagni. Con i debiti permessi, ai primi di marzo del 1728, Paolo insieme al fratello tornò sul Monte Argentario disposto a tentare ogni via per dar vita alla Congregazione.
Il 14 settembre 1737, all’inaugurazione del primo Ritiro dedicato a Maria SS. Presentata al Tempio, la comunità era composta da 5 sacerdoti e 4 fratelli.
Il 15 maggio 1741 Papa Benedetto XIV approvò la Regola e le Costituzioni della Congregazione anche se la stessa non venne riconosciuta esplicitamente come persona giuridica.
Apostolo instancabile, percorse le coste laziali e toscane, fino all’isola d’Elba, dove predicò anche alle truppe austriache e spagnole. Si inoltrò nella malsana maremma toscana, nel basso Lazio, nelle Marche, dove predicò una missione strepitosa a Camerino (1750) e zone vicine.
Fu l’apostolo dei più umili, dei più abbandonati e perduti, tanto da essere chiamato “cacciatore di anime”, “apostolo dei banditi”. Scrisse più di 2000 lettere di direzione spirituale nelle quali sono presenti aspetti di alta mistica.
I 50 anni di intenso apostolato di Paolo erano il frutto della contemplazione dell’Amore Crocifisso, erano il frutto della comprensione del valore delle anime, costate il Sangue di Cristo. Questo spiegava il voto particolare e fatto da San Paolo della Croce e poi da tutti i Passionisti: il voto della Passione, cioè di promuovere l’amore del Crocifisso nelle anime e guidarle alla meditazione-contemplazione dello stesso.
Il 3 maggio 1771 dieci postulanti, guidate da madre Maria Crocifissa Costantini, entrarono nel primo monastero passionista a Tarquinia (Viterbo), tanto desiderato da Paolo già nella prime metà del secolo. Le dieci compagne di madre Maria Crocifissa erano state preparate per anni personalmente da Paolo. Alla sua morte, il 18 ottobre 1775 nella sua stanza del Ritiro dei santi Giovanni e Paolo a Roma, la Congregazione contava 176 religiosi suddivisi in 12 Ritiri.
P. Giovanni Battista Gorresio di S. Vincenzo Ferreri, nacque a Bagnasco (Cuneo) il 14 dicembre 1734, ebbe una buona formazione letteraria e filosofica ed entrò a 21 anni tra i Passionisti. Professò il 30 novembre 1756.
Fu un instancabile ed efficace missionario, disponibile al servizio comunitario, umile, uomo di orazione, povero e austero, ma amante della pulizia e della cortesia sia tra i religiosi sia con gli estranei.
Alla morte del Fondatore nel 1775, essendo Primo consultore, ebbe il gravoso compito di sostituirlo nella guida della Congregazione.
Ebbe un profondo senso di appartenenza alla Congregazione e dovendo succedere al Fondatore temeva che, per sua negligenza, essa potesse scadere dal fervore in cui lui l’aveva lasciata. Per tale ragione fu portato ad alcuni atteggiamenti troppo rigidi nel concetto di osservanza e di fedeltà.
Le numerose testimonianze che rimangono di lui concordano nel ricordare il suo rigore; sono però anche unanimi nel sottolineare il suo senso di giustizia distributiva, la sua carità verso tutti, la sua capacità di chiedere perdono o di chiarire i motivi del proprio intervento se si accorgeva di aver lasciato un religioso in pena.
Migliorò l’organizzazione degli archivi, delle funzioni liturgiche, dell’apostolato.
Secondo il prescritto della Regola allo scadere del primo triennio del suo superiorato vi fu il Capitolo generale e i nove Capitolari si radunarono ai SS. Giovanni e Paolo. Il 16 maggio 1778 i Capitolari elessero come Preposito il P. Gorresio. Egli rinunziò a voce e in iscritto e cedette solo dopo le molte pressioni del Preside e dei Capitolari.
In quel sessennio si aprirono i Ritiri di Morrovalle (Macerata) nel 1779, di Anguillara (Roma) nel 1782; mentre nel 1781 partirono i primi religiosi passionisti per la missione in Bulgaria.
Egli fu nuovamente eletto Preposito generale nel Capitolo generale dal 15 al 19 aprile 1790. Il 3 maggio 1792 aprì ufficialmente il Ritiro di Recanati con 15 religiosi. Morì a Roma nel 1801 come Procuratore generale in carica.
Nacque a Brandeglio (Lucca) il 7 luglio 1727, entrò tra i Passionisti a 18 anni e fu formato dal Maestro P. Marcoaurelio Pastorelli e dallo stesso Fondatore con il quale andava spesso a conferire.
Professò il 4 marzo 1747 e fece parte del primo gruppo di studenti sotto il magistero dello stesso P. Marcoaurelio. Da diacono fu associato alla grande missione predicata a Camerino (Macerata) dal Fondatore con P. Marcoaurelio ed altri nel 1750.
Fu Superiore locale, Maestro dei novizi, Consultore generale, Provinciale. Il Fondatore lo scelse come suo confessore dopo la morte di suo fratello P. Giambattista (1765) e lo inviò come Visitatore quando non poteva andare lui per la fondazione dei Ritiri. Gli affidò anche l’incarico di condurre a termine la fondazione del primo monastero delle Monache passioniste nel 1770-1771.
Nonostante questi vari e impegnativi incarichi fu spesso in predicazione, e impegnato a scrivere memorie sui religiosi e sulla storia dell’Istituto (gli Annali) che conosciamo in gran parte mediante la sua opera.
Nove Capitolari, adunati ai SS. Giovanni e Paolo dal 1° al 3 aprile 1784, lo elessero Preposito generale. In quella occasione i Capitolari rifletterono a lungo sulla situazione sanitaria di tanti religiosi invecchiati prima del tempo e resi inabili al ministero della predicazione tanto richiesto. Parecchi pensavano che una delle cause principali poteva essere la dieta quaresimale in vigore nei Ritiri dove non si poteva mai mangiare carne eccetto che per malattia grave.
Fu stabilito di esporre al Papa la situazione senza però fare richieste specifiche, rimettendosi a quanto egli avrebbe risoluto di fare. Il nuovo Generale, P. Giammaria, dopo aver fatto elevare preghiere da tutte le comunità, trasmise l’esposto al Papa nel mese di ottobre 1784.
Pio VI l’undici marzo 1785 con il Breve “Post Constitutionem nostram” concesse che, fuori dei giorni di digiuno, i religiosi prendessero i cibi che possono usare tutti i cristiani e che nei giorni di digiuno di Regola usassero uova e latticini. Inoltre perché ci fosse un poco più di tempo disponibile per lo studio stabilì che la preghiera notturna, tra l’Ufficio delle Letture, Lodi e meditazione, occupasse solo un’ora e mezzo.
La concessione fu accolta con riverenza anche se con grande sofferenza da parte di molti religiosi che la vedevano come un principio di rilassatezza, mentre erano assai dubbiosi sul beneficio per la salute dei religiosi.
Il P. Giammaria, con la circolare del 15 marzo 1785, spiegava le ragioni della concessione pontificia e le motivazioni spirituali che dovevano animare i religiosi nell’osservare quella norma e i difetti che si dovevano eliminare dalla vita comune.
Il P. Giammaria, seguendo il Fondatore, mandò alcune lettere pastorali per animare i religiosi a meglio apprezzare e realizzare la vocazione. Il 15 agosto 1786 diede norme per un’attenta amministrazione economica, tanto valide che rimasero in vigore fin verso la fine del sec. XIX.
Concluse la fondazione del Ritiro di Pievetorina (Macerata) il 4 giugno 1786, e quella del Ritiro di Gubbio (Perugia) nel 1787. Il suo governo per l’introduzione dell’uso della carne e della riduzione del tempo del coro notturno, non piacque a tutti e i Capitolari del 1790 richiamarono alla direzione della Congregazione il P. Gorresio.
Il P. Giammaria rimase in Curia generalizia come Primo consultore, ma morì il 7 febbraio 1796 per malattia contratta nel confessare un malato infettivo all’ospedale di San Giovanni.
Nacque a Capoliveri, nell’isola d’Elba, il 4 giugno 1743. Professò l’otto dicembre 1765. Fu eccellente missionario, più volte Superiore locale (Anguillara), Consultore provinciale Praes, Provinciale. Godette la stima di tutti per la sua mitezza e carità.
Fu eletto Preposito generale, “dopo vari scrutini”, dagli otto Capitolari radunati, dal 5 al 6 aprile 1796, nel Ritiro di Anguillara. P. Vincenzo Strambi fu uno dei due Consultori.
Il governo del P. Claris si distinse per un particolare impegno nel rivolgersi con lettere pastorali ai religiosi per animarli alla vita interiore, alla pace e alla carità fraterna da manifestarsi in tutti gli aspetti della vita comunitaria. I figli della Passione di Cristo, scriveva, contemplano “quel Sangue divino versato con tanto, amore” per ciascuno, quindi ognuno deve promuovere il bene dell’altro.
Insistente il richiamo all’osservanza della Regola, vissuta con profonda carità teologale, la fedeltà all’orazione ed alla solitudine.
Durante il suo governo si ebbe la prima invasione francese e la proclamazione della Repubblica romana che cacciò i religiosi non nativi dall’ex Stato Pontificio. I Ritiri rimasero a disposizione degli invasori che li saccheggiarono.
Molti religiosi si rifugiarono sul Monte Argentario, gli unici due Ritiri fuori dello Stato Pontificio. Ma anche da lì dovettero fuggire quando, in un secondo momento, i francesi occuparono Orbetello. Nel sud del Lazio i religiosi della Provincia dell’Addolorata, grazie alla stima che autorità e popolo avevano dei Passionisti, ebbero minori disturbi.
Papa Pio VII il 5 luglio 1801 eleggeva P. Vincenzo Strambi vescovo di Macerata e Tolentino, ma gli lasciava l’ufficio di Consultore e il diritto di far parte del Capitolo generale che si radunò nel Ritiro di Vetralla dal 26 al 29 aprile 1802 e, per la prima volta dalla costituzione delle Province nel 1769, erano presenti tutti e dieci i Capitolari. La presidenza fu affidata a Mons. Strambi. Fu rieletto il P. Giuseppe Claris, anche se alcuni desideravano un uomo più energico.
P. Claris continuò con virtuosa attenzione la sua opera pastorale con circolari piene di motivazioni bibliche e del ricordo affettuoso del Fondatore per incoraggiare i religiosi ad essere uomini di orazione, veramente conformati a Cristo crocifisso per essere veri promotori della memoria della Passione di Gesù.
Chiuse il Ritiro di Toscanella (1796) perché luogo di malaria. La Repubblica romana il 3 settembre 1798 soppresse il Ritiro di Anguillara sul lago di Bracciano, e i religiosi non si preoccuparono di riaverlo perché già pensavano di abbandonarlo a causa del clima malarico.
Nel 1803 si aprì il Ritiro di S. Felice di Giano presso Spoleto (Perugia) e quello di S. Bernardo in Arezzo. Dopo il Capitolo generale del 1815 rimase libero da ogni carica e visse ancora 4 anni, dando esempi luminosi di virtù specialmente di pace e serenità, passando le giornate in contemplazione e nella lettura spirituale, amando ripetere “in sacello cum libello” [in cappella con un quaderno].
Spirò il 23 dicembre 1819, antivigilia di Natale.
P. Tommaso nacque a Camerana (Cuneo) il 6 marzo 1752, professò il 1° gennaio 1771. Si era formato una buona cultura teologica e morale anche perché fu Lettore per vari anni e quindi impiegato in uffici di guida delle comunità. Era stimato per la sua rettitudine e per le sue virtù, anche se alquanto temuto per la sua austerità e risolutezza quando si trattava del bene comune.
In mezzo ai travagli di una situazione politica italiana diventava sempre più difficile per l’invasione napoleonica, nel Capitolo generale, prorogato di un anno, e tenuto dal 23 al 25 maggio 1809 ai SS. Giovanni e Paolo, nonostante la presenza delle truppe francesi e l’annessione dello Stato Pontificio all’impero francese decretata da Napoleone il 23 maggio 1809, i dieci Capitolari, al terzo scrutinio, elessero Preposito generale il P. Tommaso Albesano dell’Incarnata Sapienza.
La situazione politica precipitò e nella notte del 5 luglio 1809 Pio VII fu catturato e trasferito prima a Grenoble poi a Savona. Iniziò la soppressione delle Corporazioni religiose che divenne generale nel maggio 1810. I 242 Passionisti (139 chierici e 103 fratelli) dovettero lasciare i Ritiri e tornare, con foglio di polizia, ai paesi di origine. Solo alcuni nativi poterono rimanere a custodire le chiese quando furono lasciate aperte. Il Generale dovette tornare nel suo paese e trasmise, secondo le istruzioni della Santa Sede, alcuni poteri speciali ai Provinciali e confermò tutti i Superiori fino a nuova situazione. I religiosi nell’insieme si comportarono bene e solo 9 emisero il giuramento di fedeltà all’imperatore francese.
Caduto Napoleone, il 6 aprile 1814, e tornato Pio VII il 24 maggio 1814 a Roma, anche i Passionisti poterono riunirsi. Il Papa, per la mediazione del cardinale Litta e di altri amici dei Passionisti, il 27 giugno 1814 li autorizzava a riunirsi nei Ritiri. Il Preposito P. Tommaso, rientrato in Roma il 1º luglio, con l’assenso del Papa, riunì una “Congregazione straordinaria” per decidere alcune norme di orientamento per l’immediato futuro come il riaprire solo i Ritiri eretti dal Fondatore e con un numero sufficientemente numeroso di religiosi; inoltre ogni religioso rientrando doveva consegnare al Provinciale tutto il denaro o altra roba che aveva con sé e riprendere la perfetta vita comune in povertà evangelica.
Dal 4 al 7 aprile 1815, ai SS. Giovanni e Paolo, si svolse il Capitolo generale che riconfermò il P. Tommaso nella carica di Preposito dandogli come consiglieri uomini di grande valore: i PP. Filippo Antonaroli e Paolo Luigi Pighi. Le difficoltà della ripristinazione furono gravissime. Si trattava di riadattare i Ritiri che avevano subito la spogliazione di tutto; ma la preoccupazione maggiore era lo scarso numero dei religiosi. Tra il 1810 e la fine del 1815 si ebbero 31 decessi e 65 dimissioni per cui la Congregazione era ridotta a circa 103 religiosi. P. Tommaso fu deciso nell’esigere che ogni religioso rientrasse nel tempo stabilito e riprendesse la perfetta vita comune. Questa fermezza valse ad evitare che la Congregazione entrasse nella spirale degli abusi di religiosi che non volevano decidersi né per dentro né per fuori.
Le comunità fiorirono per la fedeltà allo spirito del Fondatore e vi furono molti religiosi insigni per santità, dottrina ed efficace zelo apostolico. Il P. Tommaso, sfinito per il continuo lavoro e per un viaggio compiuto a piedi sotto il sole di agosto dal Ritiro di Todi (Perugia) a quello di S. Eutizio (Viterbo), vi morì il 23 settembre 1820. Lasciava un esempio di vita santa e di grande rettitudine morale verso tutti.
Nacque a Bracciano (Viterbo) il 1° dicembre 1757 e professò nel 1773. Fu l’ultimo Superiore Generale che conobbe il Fondatore. Fu missionario esperto ed efficace nonché un valente formatore di predicatori. Fu eletto Superiore provinciale della Provincia della Presentazione (1805) e riconfermato per il secondo mandato (1809). Fu eletto Primo Consultore generale nel Capitolo del 1814. Fu scelto come Superiore generale nel XIV Capitolo generale del 1821.
Trovò la Congregazione in netta ripresa sia per il fervore della vita spirituale ed apostolica come per il personale.
Il P. Paolo Luigi fu molto impegnato per assicurare ai religiosi una buona formazione spirituale e intellettuale. Adattò la coroncina delle cinque Piaghe di Gesù crocifisso per facilitarne la recita presso il popolo e ne promosse una grande diffusione per accrescere la devozione alla Passione di Gesù.
Si preoccupò di gettare le fondamenta per la storia della Congregazione, ordinando di raccogliere le memorie riguardanti la soppressione napoleonica e i ministeri apostolici esercitati dai Passionisti. A lui si deve l’istituzione dei registri dei ministeri in cui i predicatori dovevano scrivere in breve il luogo e il risultato del loro ministero. Prescrisse anche la redazione dello stato di famiglia delle comunità, cioè l’elenco dei componenti la comunità all’inizio dell’anno e l’indicazione dei visitatori od ospiti.
Nel suo sessennio si ebbe un aumento di 42 chierici e 14 fratelli. Le sue 8 circolari riguardarono la formazione spirituale e intellettuale dei religiosi, l’impegno per rendere efficace i ministeri apostolici e promuovere la devozione alla Passione di Gesù ed alle anime del Purgatorio. Riaprì i Ritiri di Recanati e Morrovalle (Macerata).
Non venne confermato nel Capitolo generale del 1827, ma risultò eletto come 2° Consultore. Il P. Paolo Luigi fu il secondo Generale non confermato per un secondo sessennio. L’altro fu il P. Giammaria Cioni. I motivi di ciò sembrò che fossero due: per alcuni furono ritenuti uomini con poca grinta, mentre per altri fu dovuto dell’età avanzata (70 anni). Morì il 28 gennaio 1831, mentre ancora esercitava la funzione di 2º Consultore generale.
Nacque a Ormea (Cuneo) il 7 settembre 1771 e professò il 2 marzo 1788. Essendo dotato di buona cultura e di un tratto socievole, fu impiegato nella formazione dei giovani passionisti.
Amante dell’orazione e del raccoglimento, si impiegò indefessamente anche nei ministeri. Il Capitolo generale del 1827, che lo elesse Preposito Generale, ordinò la revisione del Regolamento comune. Ciò diede occasione ad alcuni religiosi di iniziare una forte critica contro il Generale quasi che volesse imporre nuove norme. Gli anni 1828-1830 furono assai penosi specialmente per la comunità dei SS. Giovanni e Paolo e per il Generale. Furono dimessi 10 sacerdoti tra cui il Rettore dei SS. Giovanni e Paolo e quello del Ritiro di Paliano (Frosinone) e l’ex-Segretario generale P. Gioacchino Pedrelli.
Il Generale per chiarire la situazione e ridare prestigio all’autorità generalizia convocò una “Congregazione generale” degli aventi diritto al Capitolo generale perché esaminassero i fatti e le dicerie e collegialmente esprimessero un parere. I partecipanti rimproverarono al Generale di essere stato troppo tergiversante all’inizio del movimento, ma furono favorevoli sull’operato globale. Gli atti furono inviati alla Santa Sede. Il Generale attuò la decisione del Capitolo aprendo nel 1830 i Ritiri de L’Angelo presso Lucca, e di S. Maria del Soccorso a L’Aquila.
Il Capitolo generale del 18-21 aprile 1833 si trovò diviso tra la conferma del P. Antonio Colombo e la nomina del P. Antonio Testa. Al 65º scrutinio (poiché erano sempre necessari i due terzi dei voti) si ebbe la riconferma del P. Colombo. Questi mentre seguiva con premura lo sviluppo numerico e qualitativo della Congregazione, dal 1836 mantenne i contatti con il sacerdote Carlo Giuseppe Bernard di Lilla e con l’Abbé Haffringue in vista di una fondazione a Boulogne Sur Mer in Francia, per poi da lì passare in Inghilterra, ma la fondazione in Francia fallì perché il vescovo esigeva che i Passionisti ottenessero l’approvazione governativa, cioè il riconoscimento del governo come Istituto religioso che per il clima politico non riuscì. Allora Bernard pensò alla fondazione in Belgio dove le leggi civili erano più tolleranti rispetto agli Istituti religiosi. Sicché quando si giunse al Capitolo generale del 1839 la fondazione in Belgio era decisa e preparata dalla Curia generale e si attendeva solo la richiesta ufficiale del vescovo di Tournay (Belgio).
Con il P. Antonio Colombo si concluse il periodo di ripresa e consolidamento della Congregazione dopo la soppressione napoleonica. La Congregazione aveva due Province fiorenti (Presentazione e Addolorata) con 19 comunità e 343 religiosi professi. Nell’ultimo sessennio avevano professato 84 chierici e 47 fratelli. Il P. Colombo fu scelto come capo del gruppo che doveva andare alla fondazione del Belgio, ma una indisposizione lo fece fermare e morì il 23 ottobre 1849.
P. Antonio Testa di S. Giacomo, nacque nell’isola d’Elba il 18 ottobre 1787 e professò nel 1804. Si formò una profonda cultura teologica e biblica. Buon oratore si diede con impegno alla predicazione nonostante che fosse spesso occupato in incarichi di governo.
Fu addetto per alcuni anni alla formazione dei giovani; fu Superiore locale e per 12 anni Provinciale nella PRAES.
Venne eletto Superiore generale al primo scrutinio nel Capitolo tenuto nei giorni 8-11 aprile 1839. I capitolari decisero di accettare nuove fondazioni in Italia e attuare quella già preparata per il Belgio, avendo di mira l’Inghilterra.
La linea direttiva del P. Antonio fu l’espansione della Congregazione senza compromettere la qualità della vita passionista e la fedeltà allo spirito del Fondatore. Si direbbe oggi “fedeltà creativa”.
Per offrire ai religiosi uno stimolo maggiore alla fedeltà egli portò avanti con impegno la causa di canonizzazione del Venerabile Paolo della Croce.
Trovò un grande appoggio in Pio IX che ammirava Paolo della Croce. Il Papa agevolò in tanti modi la complessa procedura della causa di canonizzazione e infatti fu beatificato il 1° maggio 1853.
Sentì per la Congregazione un amore filiale che, seguendo la tradizione, esprimeva chiamandola “madre” e come tale la presentava ai religiosi perché le mostrassero amore con la fedeltà piena alla vocazione e con l’osservanza della Regola. Promosse l’interesse dei religiosi all’opera di Propaganda Fide come gesto di fedeltà all’impegno del Fondatore di aiutare la Chiesa nella sua missione e vivere in pienezza il voto specifico.
La Congregazione era sufficientemente stabilita: alla fine del 1850 risultavano 21 sacerdoti, 6 studenti, 14 fratelli, in tutto 41 professi divisi in 5 comunità. I religiosi erano 14 inglesi, 12 italiani, 6 irlandesi, 5 olandesi 3 belgi ed uno scozzese.
Propaganda Fide chiese al Generale P. Antonio, di accedere alla domanda per inviare missionari per la evangelizzazione degli aborigeni australiani e furono destinati 4 Padri. Lavorarono soprattutto nel Vicariato di Adelaide.
Il 10 ottobre 1852 partirono con il vescovo di Pittsburg, USA, altri 4 Passionisti. La capacità dei componenti, l’aiuto continuo del Generale mediante consigli e l’invio di nuove persone, l’appoggio sincero e prudente del vescovo permisero ai religiosi di inserirsi bene nell’organizzazione che la Chiesa cattolica stava compiendo negli USA.
L’espansione della Congregazione nel periodo di P. Antonio Testa, si riassunse nella fondazione di 9 Ritiri in Italia: la Scala Santa in Roma, 2 nel genovesato, 4 nel regno di Napoli, 2 nelle Marche. Fuori d’Italia furono aperti 12 Ritiri: 2 in Francia, uno in Olanda, uno in Belgio, uno in Irlanda, 4 in Inghilterra, 3 negli USA.
La Congregazione contava: 729 religiosi di cui 459 chierici e 270 fratelli, 4 nuove Province: PIET in Italia, JOS in Inghilterra-Irlanda; MICH in Francia-Belgio-Olanda, PAUL in USA.
P. Antonio Testa morì il 2 agosto 1862, ma il suo periodo si chiuse ufficialmente con il Capitolo generale del 3-12 maggio 1863.
Nacque a S. Giovanni Incarico (Frosinone) il 3 luglio 1812, ricevette un’ottima formazione culturale in Napoli, professò il 25 maggio 1839. Buon predicatore di Esercizi, fu apprezzato direttore spirituale. Espletò gli uffici di Lettore degli studenti, Vicerettore, Rettore.
Nel 1857 fu eletto Provinciale DOL e come tale entrò nel Capitolo del 1863. Fu poi eletto al 4° scrutinio Superiore generale al XXI Capitolo che si tenne santi Giovanni e Paolo nei giorni 3 – 12 maggio 1863.
Come Superiore generale scrisse la maggioranza delle lettere di governo con il sistema di copialettere. Possiamo così conoscere le sue doti di governo, il suo stato d’animo, la sua carità e l’adesione alla volontà di Dio nelle difficili situazioni in cui dovette operare. In Italia animò i religiosi ad affrontare la soppressione degli Istituti decretata dal governo sabaudo ed applicata man mano che si operava la unificazione dei vari Stati in un’unica nazione. Il Generale per provvedere all’Italia ed alla missione di Bulgaria e Valacchia aprì, con permesso della Congregazione di Propaganda Fide, un noviziato alla Scala Santa e il 2 gennaio 1865, con il suo Consiglio, elesse come Maestro il P. Bernardo Maria Silvestrelli.
el Capitolo generale fu approvata la proposta di aprire una missione in Parigi per assistere i cattolici di lingua inglese (decr. 411) e il Generale ne diede l’incarico al P. Ignazio Paoli che era stato il mediatore di tale proposta. La fondazione compì da allora un grande servizio ai cattolici e a molti fratelli separati. Altra fondazione a cui il Generale diede il benestare fu quella di Highgate in Londra dove il P. Ignazio Paoli costruì la nuova chiesa in onore di S. Giuseppe e il Ritiro.
Nel frattempo continuava lo sviluppo negli USA. Si tentò, nel 1864, una fondazione in California, presso San Francisco e poi presso Virginia City, ma non prosperò e i religiosi furono incorporati temporaneamente alla Provincia PAUL. Alcuni furono inviati al Messico nel marzo del 1865 iniziando la fondazione di Tacubaya.
Il 21 luglio 1864 il Generale P. Cayro fu in Inghilterra per la visita alla Provincia JOS, passando per tutte le case e parlando con tutti i religiosi. Rimase soddisfatto del buono spirito che trovò nell’insieme della Provincia e per il molto lavoro di catechesi, di missioni parrocchiali e di esercizi spirituali e specialmente di confessioni che veniva compiuto dai religiosi. La Provincia MICH progrediva anche se tra difficoltà interne e sociali. Il Generale la visitò nel 1864 ritornando dall’Inghilterra. Anche le necessità della missione in Bulgaria richiamò l’attenzione del P. Cayro che progettò di creare una casa religiosa dove i missionari potessero, periodicamente, ritirarsi per un ricupero spirituale e godere della vita comunitaria. Progetto non realizzato per mancanza di mezzi economici.
P. Pietro Paolo Cayro ebbe la gioia di assistere alla canonizzazione del Fondatore Paolo della Croce il 29 giugno 1867. Egli si diede anche premura per porre la statua di S. Paolo della Croce nella basilica di San Pietro e il 17 agosto 1867 concluse il contratto con lo scultore Ignazio Iacometti. Per vari motivi la statua fu posta in basilica solo nel 1876.
Lo sviluppo numerico della Congregazione subì una contrazione per la soppressione degli Istituti religiosi in Italia e per l’aumento delle uscite: nel sessennio professarono 147 giovani, ma vi furono 67 morti e 65 dimessi, per cui i professi erano: 472 chierici e 270 fratelli.
Concluso il sessennio da Generale (1863-1869), non volle essere riconfermato e morì da Primo consultore generale il 30 maggio 1877.
Nacque a Garessio (Cuneo) il 1° dicembre 1816 e professò il 26 novembre 1832. Nella Provincia PRAES espletò gli uffici di Vice-Maestro, Lettore e Direttore degli studenti, Rettore, Consultore provinciale e Provinciale.
La mancata rielezione del P. Pietro Paolo Cayro nel Capitolo del 3-7 maggio 1869, fu promossa dai “progressisti”. P. Domenico Giacchini del Nome di Maria fu eletto “dopo alcuni pochi scrutini” Superiore generale, P. Ignazio Paoli venne eletto Consultore e un suo stretto amico P. Basilio Laureri, fu promosso Procuratore.
Il Generale visitò personalmente le comunità europee per rendersi conto della situazione e incoraggiare alla fedeltà allo spirito del Fondatore. La celebrazione del II centenario della morte del Fondatore, nel 1875, diede occasione al Generale di richiamare tutti i religiosi alla lealtà verso S. Paolo della Croce e verso la sua e nostra Congregazione (Circolare 17 dicembre 1874).
Il 19 agosto 1870 il Consultore P. Ignazio Paoli, fu eletto vescovo di Nicopoli, e come Consultore generale fu sostituito dal P. Giuseppe Palma. Il P. Palma con il P. Basilio si pose in opposizione col Generale e dall’aprile del 1872 iniziò una serie di malintesi e di accuse contro il Generale presentate anche alla Santa Sede.
Questa ordinò l’aggiunta di due altri Consultori facendo salire la Curia generale a 4 Consultori, sperando che un Consiglio più ampio potesse aiutare a superare le difficoltà. Alla fine del 1874 la richiesta che Mons. Ignazio Paoli presentò alla Congregazione di Propaganda Fide per avere per i novizi e gli studenti della Bulgaria la dispensa dall’andare scalzi di inverno e per i soli studenti la dispensa dalla levata notturna nei giorni di scuola, aumentò i malintesi tra il Generale contrario a quelle dispense e alcuni membri della Curia favorevoli alla richiesta.
Il Generale nel giugno 1872 visitò le comunità di Inghilterra e presiedette il Capitolo provinciale e riportò una impressione positiva delle comunità e del loro lavoro. Il 17 luglio 1872 fu a Ere, Belgio, e presiedette il Capitolo provinciale e il 6 agosto 1872 passò a visitare le comunità di Francia. In Italia alla fine del 1872 delle 27 comunità esistenti nel 1860, ne rimanevano, in Ritiri provvisori o riacquistati, 13 comunità, di cui 8 nella PRAES con 118 sacerdoti e 93 fratelli, mentre a Brugnato 8 sacerdoti e 6 fratelli vivevano nell’episcopio messo a disposizione dal Vescovo; altri 9 religiosi vivevano in varie case. La Provincia DOL aveva potuto ricostituire 5 comunità con 69 sacerdoti, 3 chierici e 56 fratelli e nell’ospizio presso Ferentino vivevano 10 sacerdoti, e 6 fratelli; in tre altre località vivevano 10 sacerdoti e 6 fratelli. Mentre la Provincia PIET non aveva potuto riacquistare nessuno dei sei Ritiri del 1860 e i 46 religiosi vivevano in piccoli gruppi in varie case. Solo nella Provincia PRAES vi erano tre novizi.
P. Domenico Giacchini, con la cooperazione del Cardinale Vicario del Papa per la diocesi di Roma, nel momento della soppressione degli Istituti religiosi, riuscì ad ottenere che il Ministro di Grazia e Giustizia facesse devolvere dalla Giunta Liquidatrice, l’uso del Ritiro e dell’orto dei SS. Giovanni e Paolo al Cardinale Vicario come casa di esercizi per il clero con l’obbligo di alloggiarvi anche il Generale passionista vita natural durante e la sua Curia.
La precaria situazione politica italiana sconsigliava di tenere il Capitolo generale, ma il P. Domenico alla fine del 1875 presentò al Papa la rinunzia all’ufficio e venne accettata. La Santa Sede ordinò ai religiosi aventi diritto di partecipare al Capitolo generale di indicare, per schede segrete, il nome di coloro che volevano come Superiore Generale e come Consultori. Morì il 18 dicembre 1884.
Dallo spoglio delle schede risultò eletto il P. Pietro Paolo Cayro che non volle accettare così la Santa Sede nominò il P. Bernardo Prelini che fu eletto dalla Santa Sede in base alle indicazioni delle schede inviate alla medesima da parte degli aventi diritto al Capitolo. Il P. Bernardo Prelini prese possesso dell’ufficio il 3 aprile 1876. Era nato a Roma il 9 novembre 1827 e aveva professato il 14 aprile 1846.
Nonostante la buona volontà e le speranze indicate nella prima circolare del 16 aprile 1876, il breve governo del P. Bernardo Prelini fu tribolato poiché dei 4 membri della Curia uno solo fu rinnovato. Come Consultori furono designati i PP. Pietro Paolo Cayro, Paolo Giuseppe Palma, Emanuele Comparato, Giacomo Spirati. come Procuratore il P. Basilio Laureri.
Quindi nella Curia generale gli schieramenti “politici” rimasero immutati e si aggravarono alla morte del P. Pietro Paolo Cayro (30 maggio 1877) che aiutava a mantenere un certo equilibrio. Dopo ricorsi e contro ricorsi alla Santa Sede, questa, il 15 settembre 1877, ordinava la convocazione del Capitolo generale che fu stabilito per il 3 maggio 1878. Il nuovo Papa, Leone XIII, mantenne quanto stabilito dal suo predecessore e destinò a presiedere il Capitolo il card. Lorenzo Nina.
In quel periodo lo sviluppo numerico era stato insignificante: 210 nuovi professi contro 202 tra dimessi (82) e morti (120). Quindi al 1878 vi erano 487 chierici e 263 fratelli.
P. Bernardo Prelini di S. Giuseppe morì il 3 settembre 1894.
Bernardo nacque a Roma il 7 novembre 1831. Compì parte del noviziato con S. Gabriele dell’Addolorata a Morrovalle e professò il 28 aprile 1857. Il 2 gennaio 1865 fu chiamato dal Generale alla Scala Santa con l’ufficio di Maestro dei novizi. Partecipò al Capitolo generale del 3-13 maggio 1878 come Viceprovinciale della PRAES.
Fu eletto nel tardo pomeriggio del 4 maggio, e la Curia generale risultò composta da P. Silvestro Zannelli, P. Norberto Cassinelli, P. Giandomenico Tarlattini, P. Dionisio Egantan e il Procuratore P. Damaso Scaccia. Restò in carica fino al 1888 quando per le controversie con il confratello irlandese P. Martino Byrne e conseguenti riflessi sulla sua salute, diede le dimissioni.
Fu rieletto ancora nel Capitolo generale del 1893 e rimase in carica fino al 1907, quando ancora una volta, per motivi di salute rassegnò le sue dimissioni. Per 24 anni e 7 mesi guidò la Congregazione in un periodo storico difficile e travagliato di passaggio di secolo.
P. Bernardo prese come norma del suo governo le indicazioni del Capitolo generale che aveva riaffermato la validità della Regola del Fondatore per tutta la Congregazione, e aveva sottolineato che i punti irrinunciabili della spiritualità passionista erano: spirito di solitudine, di orazione, di povertà, e di penitenza. Aveva anche ribadito la validità ecclesiale del voto di promuovere la memoria della Passione di Gesù mediante le missioni parrocchiali, gli esercizi spirituali ed altri ministeri indicati dalla Regola.
Volle anche mantenersi in contatto diretto con i singoli religiosi mediante la corrispondenza, provvedendoli di cose che gli chiedevano, visitando personalmente le comunità europee e una volta anche quelle degli USA. Provvide a mandare visitatori e predicatori di esercizi spirituali ai religiosi missionari nella Bulgaria.
Nei primi mesi di governo concluse la avviata trattativa per la fondazione di Spagna. Il 12 ottobre 1878 partirono per Santander 3 religiosi (tra cui P. Amedeo Garibaldi). La fondazione prosperò tanto che il 3 dicembre 1886 P. Bernardo annunciò che le 4 comunità di Spagna dal 1° gennaio 1887 avrebbero costituito la Provincia del Sacro Cuore di Gesù.
In Italia promosse e aiutò il riscatto dei Ritiri incamerati dal governo e incoraggiò l’apertura di nuove case. Prese a cuore la riorganizzazione della Provincia della Pietà, in cui aveva professato, e il 3 ottobre 1882 la ricostituì come Provincia. Incoraggiò nuove fondazioni nel nord Italia e il 16 agosto 1886, da Pianezza (Torino), annunciò la costituzione della nuova Provincia del Sacro Cuore di Maria.
Promosse la ripresa della fondazione in Messico dove dall’ottobre 1877 tre religiosi passionisti predicarono le missioni nello stato di Chiapas. Nel 1880 inviò altri religiosi tra cui il P. Diego Alberici. Nel 1886 decise l’erezione del noviziato a Toluca. Per meglio assicurare l’avvenire della fondazione nel 1893 unì le comunità del Messico alla Provincia CORI.
Con le case di Argentina e Chile il 10 agosto 1901 il P. Bernardo, con il consenso del Provinciale PAUL da cui dipendevano le fondazioni in Argentina e del Provinciale CORI da cui dipendeva la comunità di Chile, e con l’autorizzazione della Santa Sede avuta il 23 luglio 1901, costituì la Provincia dedicata alla Immacolata Concezione di Maria (CONC).
Nel maggio 1905 fu costituita la Provincia del Sacro Costato di Gesù (LAT) in Italia; nel settembre 1905 fu eretta la Provincia della Sacra Famiglia (FAM) con le comunità di Messico, Cuba e Chile e una casa nella Spagna per le vocazioni; nel maggio 1906 si divise il territorio e le comunità degli USA costituendo la Provincia di Santa Croce (CRUC).
Il P. Bernardo, rieletto nel Capitolo del 1905, aveva ripreso con impegno il suo lavoro, ma sentiva venir meno le forze e nel giugno 1907 chiese a Pio X l’esonero dal governo che ottenne il 12 luglio 1907. Aveva governato effettivamente 24 anni e 7 mesi: maggio 1878-gennaio 1889; maggio 1893-luglio 1907. La Congregazione sotto di lui raddoppiò: le Province da 6 passarono a 12 e i religiosi da 750 a 1490.
La Congregazione fu guidata fino al Capitolo del 1908 dal Vicegenerale P. Pietro Paolo Moreschini.
Nacque a Pescasseroli (L’Aquila) il 6 aprile 1832. Professò il 22 settembre 1857 al Ritiro di San Giuseppe sul Monte Argentario.
Il P. Bernardo Maria Silvestrelli, con permesso pontificio, il 2 gennaio 1889 si era ritirato dal governo della Congregazione che fu guidata fino al XXV Capitolo generale nei giorni 8-15 maggio 1890 dal Vicegenerale P. Francesco Saverio Del Principe.
I 24 capitolari, prendendo atto della lettera del P. Bernardo Silvestrelli con la quale rinunciava alla voce attiva e passiva, elessero il P. Francesco Saverio (1832-1893) al primo scrutinio. Egli era stato compagno del P. Bernardo e di S. Gabriele al noviziato di Morrovalle.
Nel suo breve generalato diede nuovo vigore alle cause di canonizzazione di Vincenzo Strambi e Domenico Bàrberi, avviò quelle del P. Lorenzo Salvi e Fra Giacomo Gianiel e di Gabriele Possenti. Nominò il servo di Dio P. Germano Ruoppolo come Postulatore.
Iniziò la costruzione di un Ritiro presso Rocca di Papa (Roma) dedicato allo Spirito Santo, che doveva servire come studentato internazionale.
La malattia lo obbligò a rinunziare il 22 settembre 1892. Gli successe il Vicegenerale P. Giovanni Testi di Gesù fino ai giorni del Capitolo generale del 3-9 maggio 1893, quando venne rieletto il P. Bernardo Silvestrelli. P. Francesco Saverio del Principe morì il 26 dicembre 1893 nella comunità dei SS. Giovanni e Paolo.
Nacque a Montegranaro (Ascoli Piceno), il 18 dicembre 1858, professò il 28 febbraio 1880. Ricoprì gli uffici di Lettore, Rettore, Consultore provinciale, Provinciale nella Provincia CORM. Fu un ottimo missionario. Morì a Pianezza (Torino) il 27 febbraio 1916. Fu eletto solo al 24° scrutinio della seconda sessione del XXIX Capitolo generale che si svolse dal 24 maggio al 3 giugno 1908. Visitò quasi tutti i Ritiri di Congregazione di Europa e dell’America del nord e del sud e la missione di Bulgaria.
Il 15 aprile 1910 eresse la Provincia del Beato Gabriele con le comunità di Belgio ed Olanda unendovi anche il Ritiro della S. Famiglia in Ruse, Bulgaria. Ricostituì la Provincia MICH con le comunità francesi dislocate in Belgio (Péruwelz e Mustier-sur-Sambre) e in Betania nella Palestina aperte quando nel 1901 i religiosi francesi furono cacciati dal governo dalla propria patria. In Betania il piccolo Ritiro divenne meta dei poveri malati beduini e Fratel Alberto per anni fu il loro medico e consolatore.
Nella visita fatta, nel 1911, ai Passionisti argentini, incoraggiò il P. Fidelis Kent Stone, allora Provinciale in Argentina, a realizzare una fondazione in Brasile. P. Fidelis già nel 1885 aveva visitato il Brasile su invito del Delegato Apostolico, ma era rimasto male impressionato dalla situazione civile e fece al Superiore generale una relazione sfavorevole ad una fondazione. Per allora si abbandonò il progetto ma non aveva lasciato di desiderarla.
Verso la fine dell’estate del 1911, P. Fidelis, insieme ai PP. Martin Hogan e Modesto Meschini, fu nella diocesi di São Paulo e poté concludere con l’arcivescovo Leopoldo Duarte Silva la fondazione. Passò poi a visitare il vescovo di Curitiba, Mons. Giovanni Francesco Braga, che accolse con gioia la richiesta di una fondazione.
Il 18 ottobre 1911 il P. Fidelis fu ascoltato a Roma dai Consultori presenti che furono favorevoli per la fondazione. Le due fondazioni furono poste alle dirette dipendenze del Generale con personale della Provincia PRAES per la fondazione di São Paulo e con personale della Provincia PIET per quella di Curitiba. L’entrata dei Passionisti in Perù avvenne nel 1912 per cooperare nella Amazonia.
Nacque a Monte S. Biagio (Latina) il 15 settembre 1849, professò il 27 gennaio 1866 alla Scala Santa. Fu inviato in Belgio nell’ottobre 1870 in seguito alle leggi di soppressione del governo italiano. Amò la Francia applicandosi all’educazione degli studenti e al ministero apostolico. Fu per quattro volte confermato nell’ufficio di Provinciale MICH. Fu eletto nel XXX Capitolo generale del 4-19 maggio 1914. Nel primo sessennio si trovò ad affrontare la situazione della Prima guerra mondiale che portò alle armi quasi 400 religiosi italiani e francesi ed anche alcuni belgi. Ai religiosi soldati diresse alcune lettere per confortarli. Il 1° giugno 1917 diresse una circolare ai religiosi perché celebrassero con gratitudine a Dio il 50° anniversario della canonizzazione di S. Paolo della Croce. Già durante la guerra visitò i religiosi nelle cui nazioni poté entrare, come nella Spagna.
Terminata la guerra iniziò le visite alle comunità della Congregazione che completò nel secondo sessennio. La ripresa della vita normale fu allietata dal 2º centenario dell’inizio storico della Congregazione (1720-1920), reso più solenne dalla canonizzazione di S. Gabriele dell’Addolorata. In coincidenza con tali avvenimenti fu celebrato il Capitolo generale dal 18 maggio al 3 giugno 1920 che confermò il P. Silvio. In ricordo del secondo centenario della Congregazione fu eretta in un viale dell’orto della Casa generalizia al Celio, una statua del Santo Fondatore in marmo di Carrara dello scultore Anacleto Brunetti.
P. Silvio Di Vezza iniziò la pubblicazione del Bollettino della Congregazione per meglio informare i religiosi sulla vita della Congregazione. Incaricò il P. Amedeo Casetti della raccolta e stampa delle Lettere di S. Paolo della Croce. Il lavoro fu terminato nel 1924 con grande gioia del Generale.
Per far partecipare i capitolari alla beatificazione di Vincenzo Mª Strambi e per accelerare la revisione della Regola e Costituzioni secondo le norme del diritto canonico ed anche perché sentiva le forze molto diminuite, anticipò il Capitolo generale di un anno. Nel quinquennio eresse 5 nuove Province: SPIR in Australia nel 1922; SANG nella Spagna nel 1923; SPE in Olanda nel 1924; CALV in Brasile nel 1925; ricostituì la Provincia LAT nel 1925 che era stata temporaneamente riunita a DOL. I Passionisti avviarono la loro attività in Cina nel 1921, in Germania nel 1922, in Polonia nel 1923. P. Silvio morì a Mérignac il 22 luglio 1929.
Nacque a Baexem (Limburgo – Olanda) il 12 dicembre 1882 e professò il 23 maggio 1899. Fu Lettore nello studio internazionale dei SS. Giovanni e Paolo, Segretario generale e Procuratore generale. Il Generale P. Silvio se lo portò come interprete nelle visite che fece alle varie Province della Congregazione. Dal 30 aprile al 27 maggio 1925 si riunì il XXXII Capitolo generale e al quarto scrutinio il 24 maggio fu eletto il P. Leone Kierkels.
Diede un significativo apporto alla formazione dei religiosi. Nel suo sessennio si concluse la revisione della Regola e Costituzioni secondo il nuovo codice. Nel 1927 eresse la Provincia PATR con le comunità di Irlanda e di Scozia. Nel dicembre 1930 i Passionisti belgi iniziarono l’attività nel Congo belga.
Il 7 giugno 1927 richiamò alla memoria dei religiosi il centenario dell’ordinazione sacerdotale di S. Paolo della Croce esortando ad una consapevole devozione alla Eucaristia ed ai religiosi in cura di anime ricordava l’impegno per partecipare alla vita religiosa della loro comunità.
Il 25 luglio 1927 inviò una circolare alle monache passioniste per accompagnare la nuova edizione della Regola e Costituzioni riviste a norma del diritto canonico ed approvate dalla Congregazione dei religiosi il 15 giugno 1926. Tra le altre circolari merita particolare attenzione quella sullo studio della Passione di Gesù del 25 febbraio 1930 e quella sugli studi in Congregazione del 27 febbraio 1928. Promosso Delegato Apostolico dell’India il 14 aprile 1931, passò come primo Internunzio Apostolico nell’India indipendente il 2 luglio 1948. Rinunziò al suo incarico nel 1952 per motivi di salute e si trasferì ai SS. Giovanni e Paolo dove vi morì il 7 novembre 1957.
Nacque in Ronciglione (Viterbo) il 6 febbraio 1877, professò l’otto febbraio 1893. Esplicò l’ufficio di Lettore e Direttore degli studenti, Vicario, Rettore, Consultore provinciale e Provinciale. Promosse la revisione dei Regolamenti comuni e la raccolta delle Consuetudini.
Eresse nel Ritiro dei SS. Giovanni e Paolo, con l’aiuto economico delle Province, un nuovo braccio per dotare i religiosi di un nuovo refettorio, con sopra la grande biblioteca che serviva anche come aula capitolare, e passare agli esercitanti il refettorio del tempo del Fondatore che prima era usufruito dalla comunità. Aggiunse anche un terzo piano all’ala centrale dell’edificio per aumentare le camere per gli esercitanti ed evitare di dover chiedere spesso ai religiosi di lasciare le loro camere per accogliere i numerosi gruppi del clero.
Dal 5 all’undici maggio 1931 si tenne il XXXIII Capitolo generale: fu eletto al 6° scrutinio P. Tito Finocchi che era Rettore del Ritiro della Scala Santa.
Fece propria l’iniziativa del P. Emidio Orlandi, avviando nel 1933 il Museo storico della Congregazione presso la Scala Santa come bene culturale della medesima. La Provincia CORM il 7 dicembre 1933 avviò la nuova missione di Dodoma nel Tanganika. Il Generale il 31 agosto 1934 si rivolse ai Rettori dei Ritiri italiani chiedendo ai volenterosi di dedicarsi all’evangelizzazione dell’Africa in aiuto al gruppo dei missionari del CORM. In tal modo si sarebbero potute coprire tutte le stazioni missionarie tenute da altri Istituti nell’area che Propaganda Fide voleva affidare ai Passionisti come Prefettura.
Appoggiò lo sviluppo della Congregazione in Germania, ma non ritenne opportuno di erigere il Commissariato in Provincia secondo una prima richiesta esaminata l’otto novembre 1935 e una ulteriore domanda il 16 agosto 1936. La ragione apportata era il piccolo numero dei religiosi, infatti la Congregazione per i Religiosi richiedeva almeno 25 sacerdoti.
Incoraggiò le Province degli USA a prendere la decisione per entrare nel Canada. Stimolò i religiosi alla fedeltà allo spirito della Congregazione mediante apposite circolari: nel 1932 sull’osservanza della Regola, nel 1933 su alcuni difetti da evitare nella formazione dei giovani, nello stesso anno un’altra circolare per incoraggiare a “celebrare degnamente e con frutto l’anno giubilare della Redenzione”.
Il 28 aprile 1935 promulgò i nuovi statuti per le nostre missioni estere. Appoggiò lo sviluppo delle monache passioniste stando molto vicino alla fondazione di Vignanello, di Campagnano ed alla costruzione del nuovo santuario di S. Gemma a Lucca unito al monastero e chiese all’Ordinario che il cappellano del santuario fosse un religioso passionista. Morì il 25 gennaio 1960.
Nacque a Pisoniano (Roma) l’otto maggio 1883, professò il 10 gennaio 1900, e morì a Napoli nel 1968. Fu Lettore nello studio internazionale dei SS. Giovanni e Paolo, Procuratore generale, Consultore provinciale, Consultore della Congregazione per i Religiosi e della Concistoriale.
Fu eletto nel Capitolo generale del 12-20 maggio 1937 e rimase in carica per nove anni fino al successivo Capitolo celebrato dopo il conflitto bellico (1946). Vide scompaginata dalla Seconda guerra mondiale la promettente fondazione tedesca, la fondazione polacca e la Provincia francese.
Molti disagi soffrirono per lo stesso motivo le Province del Belgio e dell’Olanda e in differente misura le Province italiane. Animò i religiosi con alcune circolari: sullo spirito della nostra vocazione da promuovere e custodire il 18 ottobre 1937; sullo spirito di orazione l’otto dicembre 1938; sullo spirito di solitudine il 21 novembre 1939; tutto ciò per preparare al meglio la celebrazione del secondo secolo della prima approvazione della Regola il 18 febbraio 1941.
Nel 1946 i Passionisti olandesi assunsero la missione in Ketapang nel Borneo, Indonesia. P. Tito terminato il suo mandato pubblicò un libro già scritto negli anni in cui era Procuratore: “Expositio historica iuris particularis Congregationis SS. Crucis et Passionis D.N.J.C.”, Torino 1946.
Nacque in Argentina il 3 maggio 1908, professò il 26 ottobre 1924. Fu Direttore dell’Alunnato, Rettore, Provinciale ed esimio missionario.
Fu eletto al primo scrutinio con 53 voti su 58, nel XXXV Capitolo generale che si tenne dal 16 settembre al 9 ottobre 1946. Visitò di persona quasi tutte le comunità della Congregazione, incrementò nella Casa generalizia lo studentato internazionale degli universitari e apportò altri miglioramenti alla formazione.
Il Generale promosse la venuta a Roma degli studenti perché non solo si perfezionassero nelle scienze, ma anche conoscessero meglio la Congregazione creando una maggiore unità all’interno mediante la fraterna convivenza per alcuni anni e favorendo l’apprendimento delle lingue. La Ratio Generale del 1959 raccomandò caldamente la specializzazione e la frequenza dello studio internazionale della Casa generalizia (art 125-128).
Il Capitolo generale 1952 autorizzò (decr. 729) la frequenza delle università civili ai fini di preparare Lettori per l’Alunnato.
P. Alberto Deane ebbe a cuore l’impegno missionario animando i religiosi a impegnarsi nella evangelizzazione secondo il carisma passionista, dopo la stasi della Seconda guerra mondiale.
Durante il Capitolo del 1946 si parlò della situazione non buona in cui si trovava la Casa autonoma di Tacubaya in Messico sotto la direzione del P. Abramo. Il Generale con i consultori studiò la situazione nelle Consulte dall’uno al 10 ottobre 1946 e in quella del 26 novembre 1946 quando decise di affidare alla Provincia CORM l’impegno di cooperare allo sviluppo della Congregazione in Messico.
Il 21 novembre 1946 diresse una circolare ai “Provinciali, Rettori, Maestri dei novizi, Direttori e Lettori delle Province d’Italia” per incoraggiarli a curare molto la formazione letteraria, teologica e spirituale dei giovani ed eliminare quelle deficienze di cui si era parlato durante il Capitolo generale. Il 25 marzo 1948 inviò alla Congregazione una lunga lettera per animare alla devozione al Cuore Immacolato di Maria facendo una particolare consacrazione della nostra Congregazione da ripetere una volta l’anno nella festa del Cuore Immacolato di Maria.
Nel 1951 i Passionisti inglesi andarono a lavorare tra i cattolici di Svezia, i Passionisti irlandesi dal 1952 collaborano alla evangelizzazione del Botswana in Africa. Nel 1950 si ebbe la canonizzazione di S. Vincenzo Mª Strambi che il Generale sottolineò con una rilevante circolare sul valore della vocazione passionista e della sua missione evangelizzatrice.
Il 15 marzo 1957 fu nominato vescovo di Villa Maria in Argentina; ritiratosi per limiti di età, morì a Buenos Aires il 15 settembre 1985.
Nato in Rock Island, (Illinois – USA) il 12 aprile 1901, professò il 30 ottobre 1926. Ricoprì le cariche di Maestro dei novizi, Rettore, Consultore provinciale e Consultore generale dal 1946 al 1952.
Eletto nel Capitolo generale del 1952 al primo scrutinio, fu confermato, al terzo scrutinio, in quello del 1958. In esecuzione dei decreti capitolari compì la revisione della Regola e Costituzioni conclusa con l’approvazione pontificia del 1959. Il piano di formazione fu presentato alla Congregazione nel 1959. La revisione dei Regolamenti comuni fu pubblicata nel 1964.
Promosse lo studio della spiritualità della Congregazione e la redazione della sua storia mediante l’apposita Commissione storica nata per sua volontà nel 1958. Incaricò P. Enrico Zoffoli a scrivere la monumentale biografia di S. Paolo della Croce in tre volumi. Incoraggiò i Provinciali a inviare alla Casa generalizia studenti che si preparassero per essere futuri Lettori e Direttori di studenti nelle Province. Visitò quasi tutte le comunità dell’Istituto.
Promosse nel 1954 l’entrata dei Passionisti in Giappone; nel 1955 in New Guinea, nel 1955 anche in Jamaica e in Puerto Rico; nella Repubblica Dominicana e nelle Filippine nel 1958, in New Zeland e nel sud Africa nel 1960, in Equador e nel Salvador nel 1962, in Paraguay e nella Korea del sud nel 1964. Nel 1958 venne eretta la Provincia ASSUM in Polonia. Nel 1963 partecipò alla beatificazione di P. Domenico Bàrberi. Morì a Chicago il 5 settembre 1984.
Nacque a Springfield (Massachusetts – USA), il 3 marzo 1913 e professò il 15 agosto 1933. Fu Lettore e Direttore degli studenti, Rettore, Consultore generale. Eletto nel Capitolo generale che si tenne nei giorni dal 30 aprile al 27 maggio 1964 fu confermato in quello svoltosi dal 28 aprile al 19 giugno 1970. Una malattia stroncò la sua vita il 9 ottobre 1974.
Visitò le comunità della Congregazione cercando di mantenere vivo il senso di unità nel momento che si affrontava il difficile cammino del rinnovamento conciliare.
Nel marzo del 1966 inviò una circolare ai religiosi per esortarli a conoscere bene i documenti conciliari e ad impegnarsi in un rinnovamento che partisse dal cuore.
Dal 25 settembre al 6 ottobre 1972 presiedette il 1° Sinodo della Congregazione facendo risaltare nel suo discorso introduttivo l’importanza per quella nuova esperienza che la Curia generale e i Provinciali facevano di trovarsi insieme fuori del Capitolo generale.
Animò a cooperare con la grazia di Dio in quel passaggio difficile per la vita consacrata. Preparò anche una bozza di lettera che desiderava inviare ai religiosi per celebrare il secondo centenario della morte di S. Paolo della Croce, ma morì prima.
Il Vicario Generale, P. Sebastiano Camera, comunicò quella bozza ai religiosi quasi come un testamento del P. Teodoro che sperava in un fiorire della Congregazione nella nuova situazione sociale.
Vide la Congregazione al massimo di sviluppo con 4131 professi nel 1966 e l’inizio della discesa che alla sua morte nel 1974 già segnava 3.238 professi. Nel 1965 i Passionisti entrarono in Panama e Honduras, nel 1966 nella Svizzera, nel 1970 nel Kenya.
Dal 25 settembre al 6 ottobre 1972 ebbe luogo il 1º Sinodo Generale della Congregazione. Il P. Teodoro indisse anche il 2º Sinodo generale che ebbe luogo dal 23 settembre al 3 ottobre 1974, ma egli era in clinica e fu presieduto dal Vicario generale P. Sebastiano Camera.
Nacque a Detroit (Michigan – USA), il 28 maggio 1926, professò nel 9 luglio 1946.
Conseguì la laurea in Teologia all’Angelicum (1955) e in Diritto canonico al Laterano (1957). Fu per 11 anni Lettore, uno dei fondatori della Catholic Homiletic Society e per 2 anni (1964-1965) come presidente e dal 1965-1968 come coordinatore esecutivo della Catholic Canon Law Society degli USA.
Nel 1968 fu eletto Provinciale della Provincia CRUC. Fu per 6 anni Presidente della Unione dei Superiori maggiori USA. Fu eletto nel Capitolo generale del 14 settembre al 16 ottobre 1976 e confermato in quello del 20 settembre al 1° novembre 1982.
Dal 16 al 29 ottobre 1977 presiedette l’incontro dei Superiori Maggiori a Lima per aiutare a prendere coscienza della situazione della Congregazione in quell’emisfero. Dal 15 al 22 settembre 1978 si tenne in Roma, il 3° Sinodo Generale dedicato alla riflessione sull’apostolato della Congregazione.
Il 4° Sinodo si tenne dal 14 al 20 settembre 1980 in Corella, Spagna, mentre il 5° fu tenuto in Tanzania nel 1984 dedicato alla riflessione sulla presenza della Congregazione in Africa e sulle possibilità di sviluppo anche vocazionale, infine guidò il 6° Sinodo Generale dal 7 al 21 settembre 1986 a Roma.
Nacque a Goiatz, (Guipúzkoa, Spagna) il 1° febbraio 1937, emise la Professione religiosa il 5 settembre 1954 e fu ordinato sacerdote il 2 aprile 1960.
Licenziato in Sacra Teologia all’Angelicum nel 1962, conseguì la Licenza in Sacra Scrittura nel 1964 al Biblicum. Fu Lettore per vari anni; consultore provinciale (1973) e poi Provinciale della sua Provincia CORI dal 1981 al 1988.
Il 25 ottobre 1988 fu eletto Superiore generale della Congregazione e confermato nel 1994.
Nell’omelia che fece il 28 ottobre 1988 indicava la linea guida della sua azione e del cammino che intendeva ricordare ai fratelli passionisti: “Mio Padre fu Paolo della Croce, che visse una profonda esperienza della Passione… che fondò una Congregazione che celebrasse e testimoniasse sempre questa esperienza… Ed ora io sono alla sequela del Crocifisso secondo lo stile di Paolo della Croce”. Stimolava le comunità ad essere “comunità in missione permanente o meglio una comunità – missione”.
Sotto la sua guida si celebrarono quattro Sinodi Generali: nel 1990 a Calumpang, nelle Filippine, sulla evangelizzazione secondo il programma del Capitolo generale del 1988; nel 1992 a Roma, sulla nuova evangelizzazione e partecipazione dei laici; nel 1996 a Riverdale, New York, per valutare l’attuazione della programmazione capitolare e sulla inculturazione ed economia; nel 1998 a Belfast, Irlanda del nord, sulla formazione permanente come cammino di riconciliazione. Nel 1999 il Vicariato MAIAP, in Giappone, fu elevato a Viceprovincia.
Dopo il suo servizio come Superiore generale si ritirò per un breve periodo nella comunità di Betania in Palestina per poi essere richiesto nella riqualificazione del Ritiro di San Giuseppe al Monte Argentario, inizialmente per instaurarvi un “Centro forum” per gli studi sulla spiritualità della Congregazione che però non prese piede, così si dedicò con successo all’accoglienza di gruppi (laici e religiosi, passionisti e non) che volevano vivere una profonda esperienza di solitudine e preghiera.
Nacque a Magliano Sabina il 14 agosto 1941, professò il 17 ottobre 1957 e fu ordinato sacerdote nel 1965.
Dopo aver conseguito la licenza in teologia presso la Pontificia Università Lateranense a Roma, si laureò in architettura a Firenze nel 1974.
Nella sua Provincia PRAES è stato Superiore Provinciale, Consultore generale (1982-1988) ed Economo generale (1988-1991).
Nuovamente eletto Superiore provinciale nel 1991 e riconfermato nel 1995 e 1999. Fu eletto Superiore generale nel XLIV Capitolo generale nell’ottobre 2000 e riconfermato nel 2006. Eresse nel 2002 la Provincia MACOR in Corea del Sud, e la Vice Provincia REPAC in Indonesia, nel 2004 fu costituita la Vice Provincia SALV nella Repubblica Democratica del Congo. Indisse e presiedette il Sinodo del 2002 tenuto in Corea sulla formazione e del 2004 celebrato in Roma. Quest’ultimo trattò e avviò il processo della ristrutturazione della Congregazione.
Tenne incontri insieme ai Consultori generali con i componenti delle varie Conferenze interprovinciali nelle varie aree della Congregazione per una migliore conoscenza delle realtà della Congregazione ed incoraggiare i religiosi alla fedeltà creativa.
Portano la sua firma diversi progetti, tra cui il Santuario di San Paolo della Croce costruito a Ovada, paese dove nacque San Paolo della Croce. Suo è anche il progetto della cappella del Beato Grimoaldo Santamaria nella chiesa della Badia dei Passionisti in Ceccano. Ha progettato anche la chiesa di Santa Maria Goretti ad Alghero (Sassari), della comunità locale dei passionisti (2006).
Dopo aver terminato il suo mandato (2012) si è stabilito nella comunità della Scala Santa dando il suo contributo ed esperienza per il servizio a quel prestigioso santuario pontificio.