Nel cuore della rivelazione cristiana pulsa un verbo discreto e potente: custodire.
Questo studio, nato dall’esperienza passionista e dal cammino sinodale della Chiesa,
propone una riflessione teologica e spirituale che trasforma il gesto della custodia
in forma cristiana dell’esistenza, stile ecclesiale e prassi trasformativa.
Attraverso dieci sezioni, il testo esplora la Croce come luogo di cura radicale,
la spiritualità passionista come memoria che genera compassione,
e la custodia come risposta concreta alle ferite del mondo: dal creato all’altro,
dalla fede alla bellezza, dalla comunità alla speranza.
La Croce non è solo sofferenza, ma principio cosmico di redenzione.
Custodire è partecipare al mistero pasquale, vivere la logica della prossimità.
La spiritualità passionista diventa pedagogia della cura e profezia ecclesiale.
Il paradigma GPIC (Giustizia, Pace, Integrità del Creato) si intreccia con la missione e la contemplazione.
Il documento si conclude con proposte operative per la Chiesa, i credenti,
le comunità passioniste e la società, offrendo una visione
incarnata e profetica della custodia come stile di vita e missione.
“Custodire è il verbo che redime, che salva, che trasforma.
È il contrario dell’indifferenza. È il linguaggio della Croce che genera speranza.”